Nel corso dei lavori di restauro del convento di Sant’Agostino tra via delle Orfane e via Santa Chiara, quartiere del Quadrilatero di Torino e cuore della città romana di Augusta Taurinorum, sono emersi ritrovamenti archeologici di eccezionale consistenza. Si tratta di un vasto complesso di epoca romana imperiale risalente a un periodo compreso tra il I e il III secolo.
Sul sito di Quadrato, gli ambienti romani particolarmente ben conservati sono posizionati nel settore sudorientale dell’area. Nello specifico sono quattro vani rettangolari e affiancati, che si affacciano su un cortile porticato, testimoniato dai resti di una colonna in laterizi rivestita da stucco scanalato, con ampie soglie in pietra nelle quali sono visibili impronte che potrebbero corrispondere a cancelli lignei di chiusura. La completa apertura dei tre vani meridionali sul lato orientale sembra escludere che si tratti di una domus d’abitazione, ipotizzando piuttosto l’utilizzo pubblico e commerciale.
Gli ambienti conservano decorazioni a mosaico di cui la più apprezzabile risulta quella nel settore ovest del grande vano meridionale, circa 10 m X 6, raffigurante un emblema con tessere di mosaico bianche e nere, nel quale è rappresentata la figura mitologica del cacciatore Atteone, sbranato dai suoi cani.
In sinergia con la Soprintendenza Beni Architettonici e Culturali del Piemonte, il Gruppo Building ha optato per la possibilità di salvare e preservare la completa porzione dei ritrovamenti archeologici che sarà aperta al pubblico nel 2019. “Siamo da anni impegnati nella salvaguardia del patrimonio storico di Torino, al fianco della Soprintendenza. Il ritrovamento romano ci ha permesso di costruire all’interno di Quadrato un’area archeologica liberamente visitabile, in assoluta coerenza con la filosofia degli altri progetti abitativi di via Lagrange 12 e via Alfieri 6” dichiara l’architetto Luca Petrone, fondatore della Boffa, Petrone & Partners con Piero Boffa, Presidente del Gruppo Building. La scoperta è di grande rilevanza per la città e segue i ritrovamenti dell’importante complesso paleocristiano sottostante il nuovo Centro Direzionale Nuvola Lavazza.